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venerdì 19 aprile 2024

Malattie professionali, i casi a Brescia sono aumentati del 29%

Ammalarsi di lavoro, fino a morirne. Accade, con una frequenza maggiore di anno in anno. Confrontando i dati complessivi del 2023, seppur provvisori, diffusi in questi giorni dall’Inail, con quelli dell’anno precedente, risalta l’aumento delle denunce per malattia professionale, con una crescita del 18% nella sola Lombardia. Tra le province lombarde in cui si sono rilevate più denunce in assoluto, Brescia si colloca al secondo posto con 825 casi, preceduta da Bergamo con 1.004. Se si osserva la variazione anno su anno, l’incremento nella nostra provincia nel 2023 è stato del 29% rispetto al 2022.

Ai primi posti

Il primato delle malattie professionali denunciate viene detenuto ancora da quelle che interessano il sistema osteomuscolare e il tessuto connettivo, ma sono in crescita anche i tumori e le malattie del sistema nervoso.

Malattie che, sempre in riferimento alla provincia di Brescia, si sommano al numero di persone che hanno perso la vita sul luogo di lavoro: con trenta morti la nostra si conferma per incidenza la provincia peggiore della Lombardia.

«Questi dati ci impongono una riflessione approfondita - commenta Fabio Raggi, direttore del Patronato Acli bresciane -. Le denunce di infortunio totali (mortali e non mortali) in Italia sono diminuite del 16.1% rispetto a fine dicembre 2022. Ma stiamo ancora però facendo i conti con un 2022 in cui i dati degli infortuni erano riconducibili in parte anche all’infezione da Coronavirus contratta sul posto di lavoro. Potranno di conseguenza essere più eloquenti i confronti di questo 2024 sul 2023. Riguardo invece alle malattie professionali le patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo, del sistema nervoso e dell’orecchio rimangono le prime tre malattie professionali denunciate, anche nel 2023, come confermano anche le segnalazioni provenienti dai nostri sportelli a livello territoriale».

Cosa significa

Cosa si intende per malattia professionale? Si tratta di patologie che il lavoratore contrae per effetto del lavoro svolto. Esiste quindi una chiara correlazione tra l’attività lavorativa e la malattia diagnosticata.

Parlando di patologia e non di evento in sè, è ovvio che questa si sviluppa gradualmente nella persona, in modo lento e progressivo. Un esempio: la frattura di una gamba cadendo da un’impalcatura non è di per sè malattia professionale, ma infortunio sul lavoro. Questo perché, anche se direttamente legata all’attività lavorativa, accade all’improvviso e sul momento.

Una malattia professionale legata al lavoro potrebbe invece essere un tumore che colpisce un lavoratore che per anni lavora a contatto con amianto. Gli effetti legati all’accertata azione cancerogena dell’amianto sono rappresentati dal mesotelioma delle sierose, soprattutto pleurico, ma anche peritoneale, del pericardio e della tunica vaginale del testicolo e dai tumori polmonare, della laringe e dell’ovaio.

L’elenco

Nelle 14 pagine della Gazzetta ufficiale in cui il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali aggiorna l’elenco delle malattie professionali, al gruppo 6 della lista 1 (ovvero quella che contiene malattie la cui origine lavorativa è di elevata probabilità) sono elencati i tumori professionali. Sono alcune decine di malattie oncologiche correlabili al tipo di lavoro svolto. Tra quelli riconosciuti dall’Inail, i tumori da lavoro predominanti sono quelli della pleura e del peritoneo, che rappresentano circa la metà delle neoplasie professionali, seguiti da quelli dell’apparato respiratorio (più di un quarto) e del polmone. Si stima che sul totale delle nuove diagnosi effettuate in un anno - nel Bresciano sono circa ottomila - il 5% circa sia riconducibile a fattori occupazionali. Ancora, sul totale delle denunce effettuate per malattia professionale, il 10% riguarda i tumori. Dunque, nel 2023 i «tumori professionali» denunciati sono più di ottanta. Il sommerso, in tutte le patologie, è di gran lunga superiore.



giovedì 18 aprile 2024

Rischio Legionella e Responsabilità Legale: aspetti da considerare per proprietari e gestori

Il Rischio Legionella negli edifici pubblici e privati è un pericolo concreto per la salute pubblica che richiede molta attenzione, soprattutto da parte di proprietari e gestori di hotel, strutture ricettive e comunitarie, su cui grava la Responsabilità Legale.

È a loro, infatti, che compete l’onere di monitorare costantemente lo stato degli impianti idrici ed eventualmente agire in caso di necessità.

Legionella pneumophila, il batterio responsabile dell’infezione da Legionella (detta anche Legionellosi), è naturalmente presente negli ambienti acquatici naturali come acque sorgive, termali, fiumi, laghi e stagni

Da questi ambienti naturali, può facilmente raggiungere quelli artificiali, come le condotte cittadine, le fontane, serbatoi, sistemi di riscaldamento e raffreddamento e gli impianti idrici degli edifici, che a loro volta possono agire da diffusori del microrganismo patogeno.

La manutenzione inadeguata o la cattiva progettazione degli impianti possono aumentare il rischio di contaminazione. Pertanto, la prevenzione e la gestione della Legionella sono essenziali. 

In questo articolo, esploreremo i vari aspetti legati a questa responsabilità e forniremo consigli pratici per garantire la conformità legale della tua struttura.

Qual è la normativa di riferimento per la Legionella 

In Italia, la normativa di riferimento per la prevenzione e gestione della Legionella negli edifici pubblici e privati è principalmente rappresentata dal Decreto Legislativo 81/2008 (Testo Unico sulla Salute e Sicurezza sul Lavoro) e dal Decreto Ministeriale 25 marzo 2013, n. 69, che ha introdotto disposizioni specifiche per la prevenzione e il controllo della legionellosi nei sistemi di acqua potabile e negli impianti aeraulici.

Decreto Legislativo 81/2008 (Testo Unico sulla Salute e Sicurezza sul Lavoro)

Fornisce un quadro generale per la protezione della salute e della sicurezza dei lavoratori, comprese disposizioni relative alla gestione dei rischi biologici sul luogo di lavoro. La gestione della Legionella nei sistemi di riscaldamento e condizionamento degli edifici può essere considerata parte integrante della gestione generale dei rischi sul luogo di lavoro. 
Nel DL 81 del 2008, la Legionella è classificata come agente biologico di classe 2, ovvero un agente che può causare malattie in soggetti umani e costituire un rischio per i lavoratori, con poca probabilità di propagarsi nella comunità e per il quale sono di norma disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche.
Ai sensi dell’articolo 271, ogni datore di lavoro è obbligato a valutare il rischio effettivo di Legionellosi in tutti i luoghi di lavoro che ricadono sotto la sua responsabilità, nonché mettere in atto opportune misure protettive e preventive.

Decreto Ministeriale 25 marzo 2013, n. 69

Questo decreto stabilisce disposizioni specifiche per la prevenzione e il controllo della legionellosi nei sistemi di acqua potabile e negli impianti aeraulici. Contiene linee guida dettagliate per la gestione della Legionella, comprese misure preventive, pianificazione, monitoraggio e trattamento delle acque;

Decreto legislativo n. 31/2001, modificato dal successivo D.Lgs. n.27/2002

Dispone che per tutti gli edifici e le strutture in cui l’acqua è fornita al pubblico, il titolare ed il responsabile della gestione dell’edificio o della struttura devono assicurare la salubrità dell’acqua e il rispetto dei parametri qualitativi stabiliti dalla legge. Ovvero, l’amministratore condominiale ha la responsabilità di monitorare e prevenire efficacemente la diffusione del batterio Legionella nell’impianto idrico del condominio. Ma è anche tenuto a informare e sensibilizzare i i condomini sull’importanza di adottare misure di controllo della Legionella nelle strutture condominiali con impianto idro-sanitario centralizzato.

Linee guida per la prevenzione e il controllo della Legionellosi

Ribadiscono la necessità e l’obbligo in capo alle strutture ricettive e comunitarie di effettuare controlli periodici e approfonditi secondo un preciso Protocollo di Controllo del Rischio Legionella che includa tutti gli impianti idraulici e di condizionamento. Il protocollo prevede tre fasi: valutazione del rischio tramite campionamenti da tecnici specializzati, gestione del rischio per mantenere i livelli di Legionella entro i limiti legali, e comunicazione del rischio attraverso attività informative rivolte a vari attori. 

I proprietari e gestori di hotel, piscine e altre strutture ricettive e comunitarie sono legalmente responsabili della prevenzione e gestione della Legionella. Devono conformarsi alle normative vigenti e prendere tutte le misure necessarie per garantire la sicurezza di dipendenti, visitatori e pubblico frequentante gli edifici.

Ciò può includere:

  • Condurre valutazioni del rischio per identificare potenziali fonti di contaminazione da Legionella negli impianti idrici e aeraulici;
  • Implementare misure preventive adeguate, come la pulizia e la disinfezione periodica degli impianti;
  • Monitorare regolarmente la qualità dell’acqua e dell’aria per rilevare eventuali livelli pericolosi di Legionella;
  • Adottare protocolli di intervento rapido in caso di contaminazione accertata o sospetta;
  • Tenere registri accurati delle attività di manutenzione e monitoraggio.

I proprietari e i gestori che non rispettano queste normative e non adottano misure adeguate per prevenire o gestire la Legionella possono essere soggetti a sanzioni amministrative e a responsabilità civile o penale in caso di danni alle persone causati dalla legionellosi.

DVR Legionella: perché è così importante?

Il DVR (Documento di Valutazione dei Rischi) relativo alla Legionella è cruciale per diverse ragioni. 

Innanzitutto, comprende l’analisi del rischio legato alla Legionella, identificando le potenziali fonti di contaminazione negli impianti idrici degli edifici e valutando il livello di rischio associato. Questo processo aiuta a capire meglio dove e come la Legionella potrebbe proliferare, consentendo di adottare misure preventive mirate.
Il DVR Legionella è raccomandato che sia un documento di valutazione separato dal DVR generale dell’azienda.

Inoltre, l’analisi del rischio nel DVR è essenziale per la conformità legale. Come abbiamo visto nel precedente paragrafo, le normative nazionali richiedono obbligatoriamente ai proprietari e ai gestori di edifici di valutare e gestire il rischio di Legionella. 

Non ultimo, il DVR deve essere corredato dal Registro delle manutenzioni ordinarie e straordinarie, in cui è dettagliato il piano operativo specifico per la gestione del rischio Legionella, con tutte le attività di prevenzione e le relative cadenze.

Il DVR, dunque,  fornisce un quadro strutturato per soddisfare questi requisiti normativi, dimostrando che sono state prese misure adeguate per proteggere la salute pubblica e ridurre il rischio di esposizione alla Legionella.

Chi è il Responsabile della Valutazione Rischio Legionellosi?

La responsabilità di garantire che gli impianti siano gestiti in modo da ridurre il rischio di infezione da Legionella ricade sui seguenti soggetti:

  1. Il datore di lavoro o il titolare dell’attività, in situazioni in cui vi siano rischi per i dipendenti, visitatori o altri soggetti presenti nell’ambiente lavorativo;
  2. Il lavoratore autonomo, quando vi siano rischi derivanti dalla sua attività nei confronti di se stesso o di altri;
  3. La persona responsabile dei locali o degli impianti, qualora vi sia un rischio connesso agli impianti stessi presenti nell’edificio, come nel caso degli edifici in cui i residenti sono inquilini ma il proprietario è responsabile della manutenzione;
  4. Il proprietario dei locali utilizzati da visitatori o clienti per soggiorni più o meno prolungati, come hotel, case vacanza, campeggi, e simili.

Ogni impianto presenta specificità uniche nella gestione del rischio Legionella, rendendo necessaria un’approccio personalizzato. Questo viene realizzato attraverso l’elaborazione del Documento di Valutazione dei Rischi (DVR).

È obbligo del proprietario o gestore della struttura condurre regolarmente, preferibilmente ogni anno o almeno ogni due anni, una valutazione del rischio Legionella (a differenza della valutazione del rischio biologico generale che può essere triennale). Per esempio, nelle strutture turistiche ricettivo-alberghiere l’aggiornamento è previsto ogni due anni, mentre per strutture sanitarie e stabilimenti termali la scadenza è annuale.

Tale valutazione deve essere affidata a un professionista competente, come un igienista, un microbiologo o un ingegnere con esperienza specifica. Questo processo è essenziale per individuare i punti critici degli impianti, valutare l’esposizione al rischio e stabilire misure preventive adeguate.

Oltre al DVR va redatto anche un registro di autocontrollo, in cui si tiene traccia degli interventi di manutenzione (ordinaria e straordinaria) eseguiti sugli impianti.

Cosa include un DVR?

Il Documento di Valutazione del Rischio Legionellosi fornisce una panoramica dettagliata dello stato complessivo della struttura, includendo i risultati delle analisi effettuate e le raccomandazioni future per mitigare o eliminare il rischio Legionella.

Un’analisi del rischio comprende:

  • un’ispezione approfondita degli impianti a rischio;
  • la valutazione delle condizioni operative e di manutenzione, nonché delle procedure operative che possono rappresentare una minaccia per gli ospiti e il personale della struttura;
  • individuazione dei punti critici degli impianti;
  • valutazione delle condizioni che favoriscono la proliferazione della Legionella, come temperature ottimali, tubazioni stagnanti o con flusso d’acqua ridotto e le caratteristiche dell’acqua di alimentazione.

Cosa può succedere se non rispetti tutte queste disposizioni previste dalla legge? Scopriamolo nei prossimi paragrafi.

Rischio Legionellosi e Implicazioni Legali

Il rischio Legionella ha implicazioni legali significative per i proprietari e i gestori di edifici, specialmente in contesti come hotel, strutture turistiche, piscine e comunità.

  1. Responsabilità legale: I proprietari e i gestori degli edifici sono legalmente tenuti a fornire un ambiente sicuro per coloro che frequentano le loro strutture. Ciò include la necessità di adottare misure adeguate per prevenire la proliferazione della Legionella e proteggere le persone dai rischi associati;
  2. Rispetto di Normative e regolamenti: Esistono normative e regolamenti specifici che stabiliscono gli standard minimi per la prevenzione della Legionellosi negli edifici. Il mancato rispetto di tali normative può comportare conseguenze legali sotto forma di sanzioni, multe o responsabilità civili;
  3. Obblighi di monitoraggio e manutenzione: I proprietari e i gestori degli edifici sono tenuti a condurre regolarmente controlli e manutenzione sugli impianti idrici e di condizionamento dell’aria al fine di identificare e ridurre il rischio di proliferazione della Legionella. Il mancato rispetto di tali obblighi può essere considerato una negligenza e può comportare conseguenze legali;
  4. Risarcimento danni: Se una persona contrae la Legionellosi a causa della negligenza nell’adottare misure adeguate di prevenzione e controllo della Legionella in un edificio, il proprietario o il gestore potrebbe essere soggetto a azioni legali per il risarcimento dei danni, compresi i costi medici, le spese legali e il risarcimento per il dolore e la sofferenza.

Una mancata conformità a quanto disposto dalle norme e dagli obblighi che ti abbiamo illustrato in questo articolo può comportare multe, sanzioni e azioni legali. In caso di contaminazione da Legionella, i proprietari e i gestori potrebbero affrontare gravi conseguenze legali, compresa la perdita di reputazione.

Inoltre, la mancata analisi, l’assenza di un DVR e di tutti i controlli obbligatori potrebbe anche comportare il rischio di chiusura di una struttura, fino alla messa a norma degli impianti, oppure – in caso di gravi contagi – addirittura la sospensione totale.



Vale davvero la pena correre rischi?

È fondamentale essere consapevoli degli obblighi legali e prendere ogni precauzione possibile per prevenire la proliferazione della Legionella, garantendo così la sicurezza e la salute di chi frequenta le tue strutture.

Mancata Prevenzione Legionella: profili di responsabilità penale 

La mancata prevenzione della Legionellosi comporta gravi implicazioni legali, come previsto dal Decreto Legislativo 81/2008

Secondo l’articolo 271 del suddetto decreto, il datore di lavoro è tenuto a valutare il rischio di esposizione alla Legionella, considerando tutte le informazioni disponibili sulle caratteristiche dell’agente biologico e le modalità lavorative. 

Il datore di lavoro è anche obbligato a integrare il documento di valutazione dei rischi con informazioni sulle fasi del processo lavorativo che comportano rischio di esposizione alla Legionella, il numero di lavoratori esposti, i metodi e le procedure adottate per prevenire il rischio, e un piano di emergenza per proteggere i lavoratori.

Le sanzioni per la mancata adozione di queste misure preventive da parte di datori di lavoro e dirigenti sono severe, come previsto dall’articolo 282

  • Arresto da tre a sei mesi o con un’ammenda che va da 3.559,60 a 9.112,57 euro per la violazione dell’articolo 271, nei suoi commi 1, 3 e 5;
  • Arresto da tre a sei mesi o con un’ammenda da 3.559,60 a 9.112,57 euro per la violazione di una serie di articoli, tra cui il 270, commi 1 e 4, il 271, comma 2, il 272, il 273, comma 1, il 274, commi 2 e 3, il 275, il 276, il 278, il 279, commi 1, 2, e il 280, commi 1 e 2;
  • Arresto fino a tre mesi o con un’ammenda da 1.139,07 a 2.847,69 euro per la violazione degli articoli 269, commi 1, 2 e 3, e 277, comma 2;
  • Sanzione amministrativa pecuniaria da 711,92 a 2.562,91 euro per la violazione dell’articolo 280, nei suoi commi 3 e 4.

Queste sanzioni sono stabilite per garantire il rispetto delle norme di sicurezza sul lavoro e proteggere la salute dei lavoratori. 

Ma non è tutto.

Se l’omissione delle misure preventive comporta lesioni personali o epidemie, le sanzioni possono essere ancora più gravi come prevede il Codice Penale, inclusa la reclusione fino a tre anni o sanzioni amministrative pecuniarie significative.

La Cassazione penale ha confermato in diverse sentenze (in particolare n. 7783/2016 e n. 19358/2007) la responsabilità penale per omicidio colposo e lesioni colpose a carico dei responsabili di strutture sanitarie che hanno omesso di adottare misure adeguate per prevenire la diffusione della Legionella e proteggere la salute dei pazienti.

Non adottare tutte le misure preventive necessarie, rischia di compromettere per sempre la tua attività. Evita spiacevoli conseguenze e proteggi ogni giorno la salute dei lavoratori e del pubblico.

Gestione Legionella e Conformità legale: consigli pratici per essere a norma

Se vuoi garantire la conformità legale della tua struttura e proteggere la salute di lavoratori e del pubblico che la frequenta, ecco alcuni consigli pratici e strategie che puoi seguire nella prevenzione della Legionella negli edifici:

  • Analisi dei Rischi: Valutare gli impianti per identificare punti critici;
  • Formazione: Assicurarsi che il personale sia informato sui rischi e sulle procedure di prevenzione;
  • Manutenzione Regolare: Pulire e disinfettare gli impianti secondo le linee guida;
  • Documentazione: Tenere registri accurati delle attività di manutenzione e controllo.

La gestione del rischio Legionella richiede un approccio continuo e mirato. È essenziale adottare misure preventive costanti e trattamenti mirati per prevenire la proliferazione patogena della Legionella dall’acqua, evitando così rischi e sanzioni legali.

Perché hai bisogno di una consulenza professionale per la gestione efficace della Legionella?

La Legionella non si può eliminare, può solo essere gestita. Ma per farlo hai bisogno di collaborare con professionisti esperti e adottare strategie di conformità per proteggere la salute pubblica e ridurre il rischio legale. 


Per maggiori informazioni contatta

Roberto Musiu: 389 903 9990 - r.muisu@ecbgroup.it